Infernum: quando Dante parla alle nuove generazioni

A pochi giorni dal primo Dantedì, giornata interamente dedicata al Sommo Poeta, fatta cadere convenzionalmente il 25 marzo, data che, secondo gli studiosi, coinciderebbe con l’inizio del viaggio di Dante attraverso la “selva oscura”, esce una piccola opera d’arte a rendere omaggio al poeta fiorentino, questa volta nel mondo musicale.

Stiamo parlando dell’album Infernum del duo Murubutu-Claver Gold, prima corposa collaborazione fra i due artisti che, unendo le loro penne, ci hanno regalato una piccola perla in grado di riavvicinare anche le nuove generazioni al padre della Divina Commedia.

Lo stile di Murubutu, definito convenzionalmente “rap didattico” (complice anche la sua attività come docente) non rende giustizia a qualcosa che va oltre le semplici citazioni letterarie, facendoci vivere un continuo viaggio fra mitologia e contemporaneità.

Non rappresentano di certo una grossa novità le citazioni postere della Divina Commedia: dalla Barca di Dante del pittore francese Delacroix, al Monumento a Dante dello scultore fiorentino Zocchi, senza dimenticare la tourneé Tutto Dante di Roberto Benigni e il bestseller Inferno di Dan Brown.

Dante ha ispirato artisti di tutte le epoche, anche nel mondo musicale; non sorprende che fra i generi che più ricorre al mondo dantesco sia proprio l’heavy metal nordico, se non altro per le cupe atmosfere evocate dall’Inferno della Divina Commedia.

Per tornare nella nostra penisola, anche De André nella canzone Al ballo mascherato cita il canto V dell’Inferno:

Dante alla porta di Paolo e Francesca
spia chi fa meglio di lui:
lì dietro si racconta un amore normale
ma lui saprà poi renderlo tanto geniale.

È chiaro dunque come Dante Alighieri rappresenti da sempre un’ispirazione che rimane sempre attuale, non invecchiando mai, offrendo alle varie epoche chiavi di lettura sempre diverse e mai banali.

A rendere speciale l’album Infernum di Murubutu-Claver Gold è la capacità di rendere usufruibile un patrimonio culturale unico come quello lasciatoci da Dante, facendo nascere la curiosità anche a quelli che sono meno avvezzi alle letture scolastiche, toccando temi attualissimi spaziando tra mito e presente.

Barrio Cruz Verde, Málaga

Ascoltando Infernum abbiamo due ascolti: nel primo siamo letteralmente traghettati da Caronte nei gironi infernali, in cui ci sembra di scorgere le ombre dei dannati, sentirne le urla e vedere i loro demoni.

In questo caso la narrazione è sapiente, non priva di citazioni arricchite da tecnicismi di alto livello (“Amor, ch’a nullo amato amar perdona / E ti amo come allora”) oltre ai consueti extrabeat di Murubutu e versi da incorniciare come le parole di Ulisse, simbolo dei consiglieri fraudolenti e collocato nell’VIII Bolgia:

Io che vidi le eclissi, che vinsi Calipso
Che vinsi gli abissi fra gli istmi mai visti
Che vinsi e sconfissi, sì, Scilla e Cariddi
Ora riposo sui fondali dell’Andalusia

Il secondo ascolto è più profondo, e va al di là del semplice viaggio, portandoci a un’attenta riflessione sul mondo contemporaneo, esempio perfetto è il brano Pier:

Chi mi umilia, poi bisbiglia fra i maligni, cento, mille volte
Troppe botte sulle costole, sputi ed i calci
Gli insulti degli altri, fra tutti i miei pianti
Sempre solo contro loro, negli occhi gli sguardi
E se mi muovo capto l’odio, le parole hanno moli giganti

Da brividi l’analogia fra le violenze subite da un ragazzo fra i banchi e il personaggio di Pier delle Vigne, notaio alla corte di Federico II di Svevia, poi caduto in disgrazia e morto suicida a seguito dei giochi di potere dei cortigiani.

Il suicidio in questo caso viene attualizzato con una tematica sempre viva e mai del tutto emarginata nella nostra società: il bullismo.

Non poteva mancare infine uno dei temi centrali nel panorama musicale, l’amore, visto come una forza alla quale non si può resistere, nel brano Paolo e Francesca.

Le 11 tracce dell’album compongono un quadro prezioso da ascoltare più volte; il maggior pregio è la capacità di non banalizzare certe tematiche, mantenendo il giusto rispetto per un mostro sacro come Dante che, se non affrontato con il giusto approccio, rischia di travolgere chiunque osi anche solo accostarsi a un nome di tale peso.

La felice collaborazione fra due grandi penne del panorama italiano ha dimostrato ancora una volta l’efficacia della musica rap come mezzo di sensibilizzazione a tematiche importanti e, in questo caso, anche culturali.

Con la speranza che, come Ulisse, cresca la curiosità e la voglia di conoscere anche in tanti giovani che, magari, ora vedranno quel librone dimenticato sulla scrivania in un altro modo.

Andrea Caenazzo
Andrea Caenazzo
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