L’uomo nero che spaventa i creativi, gli scrittori e gli artisti.
Se ti occupi di un lavoro artistico, oppure lavori in comunicazione o magari sei proprio uno scrittore, hai probabilmente vissuto momenti in cui ti sentivi bloccato e non riuscivi a creare niente di nuovo o magari neanche a portare a termine un progetto già iniziato.
Credo sia qualcosa che capiti a tutti, sono fasi del lavoro e della creatività. A volte può capitare a seguito di un periodo di forte stress, o magari anche di pressione emotiva.
L’ambiente esterno è talmente collegato alla nostra capacità di produrre che spesso non ce ne rendiamo neanche conto, anzi tendiamo a sottovalutare questo aspetto. Ma l’ambiente influisce su di noi, sia positivamente che negativamente.
Quando ti senti bloccato o bloccata, hai mai cercato di guardare la tua vita con un occhio esterno, ed analizzare non solo il fatto stesso di sentire un blocco, ma di guardare il quadro da lontano, cercare di capire cosa stai vivendo, e se magari il motivo del tuo blocco, non dipende necessariamente dalla tua capacità produttiva, bensì da una stanchezza emotiva.
Il processo creativo risponde a stimoli emotivi, a urgenze che partono dai bisogni primari che abbiamo. A volte ci sentiamo bloccati perché come dice un proverbio cinese: “Quando il dito indica la luna lo stolto guarda il dito” ed a volte anche noi siamo un po’ stolti.

Ci dimentichiamo di curare, guardare, osservare ed alimentare la bellezza intorno a noi.
Per essere creativi dobbiamo nutrire l’ambiente che ci circonda di stimoli che riescano ad attivare la mente, il pensiero e il desiderio, dobbiamo uscire dagli schemi che ci imponiamo a livello fisico e mentale, perché a lungo andare quegli stessi schemi ci potrebbero portare a intrappolare la mente in situazioni che ci porteranno ad allontanare la creatività.
Sforzarsi almeno ogni giorni di fare una cosa nuova, che sia ascoltare la musica di un genere che non siamo soliti ascoltare, andare in un posto nuovo, fare una passeggiata in una libreria e lasciarsi trasportare dalle copertine dei libri, senza andare sempre alla ricerca di ciò che già sappiamo essere affine al nostro gusto. Sediamoci dieci minuti su una panchina a guardare la gente passare e osserviamola, come si muovono, come si vestono, cosa fanno le persone. E se non si può uscire si può fare lo stesso dalla finestra di casa, anche all’interno di un cortile condominiale si possono trovare spunti per aprire la mente.
Cerchiamo di rientrare in contatto con il mondo che circonda, ma soprattutto, nutriamoci di bellezza attraverso l’arte, le conversazioni contraddittorie, insomma, spingiamoci oltre la nostra comfort zone, che sicuramente è rassicurante, ma non contribuisce a liberare la creatività.
E ogni volta che qualcosa ci piace, appuntiamo l’idea su un taccuino, un diario, sulla nota del cellulare, le idee volano come il vento e le farfalle, se impareremo a scriverle potremmo rivedere la loro bellezza anche quando queste saranno passate, e chissà se con una lista di idee a cui attingere, e che ogni giorno aumenta e diventa sempre più grande, la nostra capacità di sviluppare la creatività non allontani quel blocco che tanto ci mette paura.