Be on time: quando il tempismo è tutto

Esiste una legge non scritta nel mondo della comunicazione: quando cavalchi l’onda mediatica del momento è già superata.

Troppo spesso ci ritroviamo a campare di rendita su notizie, fatti, eventi che sono sulla bocca di tutti, non accorgendoci della velocità di cambiamento dei trend mediatici.

Siamo nell’era del clickbait, dove i titoloni si sprecano per qualche click in più nell’articolo. La realtà è che, per quanto molti vogliano continuare a nascondere la testa sotto la sabbia, l’utente medio sta diventando sempre più esperto e fiuta l’esca degli spammer di Facebook o LinkedIn con incredibile abilità.

Esiste una pagina Instagram molto interessante, che si chiama @insta_repeat (dategli un’occhiata perché è davvero simpatica) che fa al caso nostro per l’esempio che voglio farvi.

Questa geniale pagina raccoglie le foto scattate da diversi utenti Instagram in un medesimo luogo, per far vedere la ripetitività delle stesse. Si passa dalla super inflazionata foto in barca al Lago di Braies, alla foto delle gambe che fuoriescono dalla tenda allo Yosemite Park.

L’intento è chiaro, far capire come un contenuto che riteniamo originale o quantomeno “fresco”, sia in realtà una copia già vista.

C’è una stagione per qualsiasi cosa, ed è sempre più difficile creare contenuti originali, soprattutto ora che, armati di smartphone e una buona connessione possiamo essere tutti dei perfetti reporter o content creator.

Seguire i trend può essere interessante se si cerca di dare una propria visione, senza conformarsi alla massa che ha ottenuto successo prima di noi. 

È veramente importante non smettere mai di essere “on time”, quando una notizia la vediamo ovunque sul nostro feed è già troppo tardi, potremo essere solo la copia sbiadita di mille doppioni.

Camilla Conti, On Time

Ciò non significa evitare in toto gli elementi di tendenza (un esempio è la campagna di McDonald’s per il Ramadan di cui anche noi in questo blog abbiamo parlato), ma di cercare di dargli un taglio originale e personale, senza tuttavia arrivare troppo tardi.

Non ci si può tuttavia accontentare di aggrapparsi ai trend del momento per sopravvivere. Certo, ci potranno trascinare per un po’, ma nel lungo periodo saremo noi stessi a soccombere, travolti dalla rapidità del loro susseguirsi.

Blogger, content creator, copywriter, sono i primi a conoscere l’importanza di questo famoso tempismo. Il tempo è tutto, la risorsa più preziosa che abbiamo sia noi che creiamo contenuti, che i fruitori degli stessi, i nostri follower.

“Rubare tempo” è un termine che non mi piace, perché dà l’idea di togliere qualcosa agli utenti che ci seguono. Preferisco parlare di “dedicare del tempo”, quel tempo che noi dobbiamo dedicare alla ricerca di contenuti originali e sempre freschi, e quello che spenderanno i nostri utenti per ricavarne qualcosa di prezioso. È una semplice transazione, nulla di più, solo che la moneta non è il denaro, ma il tempo.

Il segreto quindi è che questo famoso tempismo lo dobbiamo creare noi, non va cercato in luoghi misteriosi, né esistono depositari ultraterreni dei trend mediatici che riempiranno social e media tradizionali nel futuro.

Essere padroni del proprio destino è una cosa straordinaria quanto complicata, perché non sempre sappiamo in che modo tenere le redini e le distrazioni nel nostro percorso sono molte. Potremmo sbagliare strada, perderci, ma la direzione deve essere sempre coerente a quella che è la nostra identità, così da trovare la nostra dimensione.

C’era un detto latino che recitava: “prior in tempore, potior in iure”. Il primo che arriva detta legge, anche nell’era dei social network, dove tutti siamo iper-connessi e le tendenze corrono più delle connessioni stesse.

Andrea Caenazzo
Andrea Caenazzo
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