“Meditazione vuol dire mettere la mente in disparte, così che non interferisca più con la realtà e tu possa vedere le cose per ciò che sono.”
Ecco la definizione di Osho Rajneesh, un maestro spirituale e mistico indiano che fece di questa pratica un vero e proprio mantra, a suo parere indispensabile al fine della realizzazione personale di ciascun essere umano.
In questo periodo di “riposo forzato” è possibile infatti ritrovare un po’ di serenità proprio attraverso la meditazione.

È bene però diffidare dalla maggior parte dei video su YouTube che esortano a far tabula rasa nella mente e invitano ad eliminare ogni pensiero. Ciò non è affatto possibile!
Per non parlare di sedicenti guru che promettono addirittura incontri ultraterreni con entità spirituali superiori e divinità tramite la meditazione.
Eppure, coloro che decidono di avvicinarsi per la prima volta alla pratica si scoraggiano molto facilmente e spesso maturano la scelta di abbandonare il percorso appena intrapreso proprio perché si rendono conto di non essere in grado di “bloccare” il flusso dei pensieri.
Bisogna fare chiarezza.
Ci sono infatti vari tipi di meditazione, tra cui la meditazione trascendentale, zen e dinamica. In particolare, la tecnica a cui mi sono recentemente avvicinata è la mindfulness, che significa “consapevolezza”.
Lo scopo di questa pratica è quello di prendere conoscenza dei nostri pensieri e di noi stessi.
Si può meditare sdraiati o stando seduti, con gli occhi chiusi o aperti.
Ciò che è fondamentale è prestare attenzione al respiro ed essere appunto consapevoli di ciò che si sta facendo e le sensazioni che ne scaturiscono. Per citare le parole del fondatore della “Mindfulness-based stress reduction” Jon Kabat-Zinn, dobbiamo letteralmente “vivere il momento”.

Kabat-Zinn è uno scienziato e ricercatore americano che dopo anni di lavoro nel campo della biologia molecolare è riuscito ad unire le sue conoscenze di meditazione buddista alla ricerca scientifica, sviluppando un percorso pratico atto a ridurre lo stress.
L’ABC del suo metodo può essere così riassunto:
- focus sul respiro: è un’ancora che ci permette di rimanere concentrati sul presente e allo stesso tempo di rilassarci il più possibile.
- attenzione alle sensazioni: è importante rielaborare tutti gli input che provengono sia dall’esterno che dall’interno, ossia da noi stessi. Così facendo si riescono a percepire anche quei piccoli dettagli e stimoli che spesso trascuriamo a causa della frenesia della quotidianità.
- body scan: è la tecnica alla base della mindfulness, che consiste nel “suddividere” ogni parte del nostro corpo tramite la nostra immaginazione e di cogliere le varie sensazioni che ne derivano.
Nello specifico, si parte dai piedi, che devono essere saldamente appoggiati a terra, per poi raggiungere le gambe, il bacino, lo stomaco fino ad arrivare alla testa. Infine, ci si “ricompone”, per concentrarsi sull’interezza del corpo. Bisogna domandarsi in particolare quali sono le impressioni che i sensi riescono a captare: calma, fastidio, ansia, calore..
- osservare senza giudicare: tutto ciò che si sperimenta durante la pratica deve essere semplicemente avvertito. Non si deve quindi cercare di etichettare come giuste o sbagliate le percezioni.
Ma come può aiutarci questo tipo di meditazione nell’affrontare la vita di tutti i giorni? Quali sono i benefici che ne derivano?

Se esercitata con determinazione e costanza, la mindfulness può influire in modo significativo su vari aspetti della nostra quotidianità. Infatti, oltre ad aiutarci ad acquisire maggiore consapevolezza del nostro corpo e della nostra mente, questa particolare tecnica risulta molto efficace al fine di raggiungere un benessere sia fisico che psicologico.
Diversi studi hanno dimostrato come la meditazione possa fornire un enorme contributo alla gestione delle emozioni come rabbia, paura, tristezza e gioia. Per l’appunto, una volta conseguito un certo grado di controllo (non blocco!) dei nostri pensieri, risulterà assai più facile rapportarci alle nostre sensazioni. Di conseguenza, ciò consentirà di reggere situazioni di forte stress e ansia o addirittura di “governare” la nostra rabbia, ad esempio.
Inoltre, da non sottovalutare è l’apporto che la mindfulness può dare quando si parla di attività come lo studio e/o il lavoro. Difatti, meditare con regolarità fa aumentare i nostri livelli di concentrazione ed è indispensabile allo scopo di raggiungere obiettivi che ci siamo imposti, mantenendo il focus costante.
Infine, la diffusione di questa tecnica rivoluzionaria ha concorso alla riduzione di improvvisi sbalzi d’umore e attacchi di panico, frequenti fra gli adolescenti.

Un ottimo modo per avviarsi alla pratica è, a mio avviso, leggere “Mindfulness per principianti” di Jon Kabat-Zinn, pubblicato nel 2014. Il volume, in dettaglio, approfondisce i temi sopracitati e fornisce al lettore importanti spunti di riflessione.
È proprio la meditazione che può aiutarci a trovare il giusto equilibrio tra corpo e mente, e tra disordine e ordine, in un periodo di incertezza che tutt’oggi affrontiamo a causa della pandemia, la quale rischia di “divorare” un presente che, seppur caotico, non ci deve destabilizzare.