Un volontario in divisa “orange”: Marco e la Croce Rossa Italiana

Tra tutte le attività, dedicarsi al volontariato occupa sicuramente un posto d’onore e ciascuno di noi, in base alle sue inclinazioni e predisposizioni, può diventare volontario scegliendo il settore che più lo rispecchia. Le realtà all’interno delle quali è possibile “fare la propria parte” sono moltissime e tutte con caratteristiche particolari. Oggi per esempio, grazie al contributo di Marco Dal Carobbo, scopriamo insieme un mondo tenuto in piedi da coraggio, empatia, preparazione…e da una sana dose di sangue freddo. 

Ciao Marco, benvenuto nella parte Orange e grazie di esserti reso disponibile per questa chiacchierata insieme. Partiamo dalla primissima domanda, la più scontata: chi è Marco?

Ciao a tutti i membri di questa bellissima community e grazie per l’invito! Non è mai scontato sapere come presentarsi ma posso dire semplicemente che Marco è un ragazzo di 26 anni di Thiene, studente del Conservatorio “C. Pollini” di Padova, con diverse passioni tra cui la fotografia e il tennis.

Come ci hai detto hai molte passioni, ma parte della tua vita è anche dedicata al volontariato. Come ti sei avvicinato al mondo della Croce Rossa Italiana?

Sono entrato a far parte della Croce Rossa Italiana un po’ per sbaglio in realtà…volevo fare un corso di BLS (basic life support) per conoscere le manovre base per aiutare una persona in caso stesse male e mi è stato proposto di fare il corso base per entrare nella Croce Rossa il quale comprendeva appunto lezioni teorico/pratiche sul BLS. Col passare del tempo, non avendo precedentemente immaginato di diventare un volontario della CRI, ho imparato a comprenderne il profondo significato ritrovandomi spesso a pensare “ma menomale che ho accettato di partecipare a quel corso!”. Ed ora eccomi qui!

Sicuramente questa esperienza ti ha fatto crescere: cosa ti ha dato la CRI?

Essere un volontario della Croce Rossa mi ha fatto crescere in primis come persona. Mi ha insegnato sicuramente a relativizzare l’importanza dei problemi che quotidianamente possono sopravvenire e, dal punto di vista dell’intervento sul campo, a cercare sempre delle soluzioni adeguate in base alla situazione che si deve affrontare.

Grazie alla CRI immagino che tu sia anche entrato in contatto con persone proveniente da diverse realtà: c’è un momento o un episodio in particolare che porti con te?

Sono tanti gli episodi che porto nel cuore perché ogni esperienza ha luci ed ombre che rimangono impresse nella memoria. In particolare una sera, soccorrendo un uomo molto anziano e sofferente nel suo appartamento, sono stato investito da un grande senso di solitudine e fragilità e dall’emozione di offrirgli la mia mano da stringere…la teneva stretta cercando conforto e sicurezza. È incredibile pensare a come, in situazioni critiche, un piccolissimo gesto, in questo caso forse uno dei più semplici in assoluto, possa essere d’aiuto.

Devono essere momenti umanamente molto intensi… 

Cambiamo leggermente rotta però ora: ci hai detto che quest’anno hai deciso di avvicinare i tuoi studi musicali al volontariato raccogliendoli in un evento particolare, raccontaci di cosa si tratta.

Sì, esatto. Desideravo collegare in qualche modo due delle realtà alle quali sono più affezionato così ho organizzato un concerto di beneficenza a favore del Comitato Croce Rossa di Thiene coinvolgendo alcuni miei colleghi del conservatorio. L’evento si è tenuto a febbraio, prima dell’inizio della pandemia, presso l’Auditorium Fonato di Thiene, con il patrocinio del Comune ed il sostegno di alcuni generosi sponsor che hanno accolto con entusiasmo e disponibilità la proposta. Dato il discreto successo speriamo di poter replicare la serata in un prossimo futuro! È stato molto emozionante respirare il clima di condivisione e gioia che si era creato. Non se ne parla molto, ma anche la musica in certe occasioni può essere una grande forma di volontariato…soprattutto per lo spirito.

La domanda, visto il periodo che stiamo affrontando, è ovviamente d’obbligo quindi mi collego direttamente ad un argomento che hai sfiorato nella tua precedente risposta: come hai vissuto, da volontario CRI, i mesi del Covid?

Negli ultimi mesi ho partecipato a vari corsi di formazione per affrontare questa nuova emergenza e ho contribuito al progetto “CRI per TE” che consisteva nel fare la spesa di alimenti e farmaci per le persone impossibilitate ad uscire di casa, come ad esempio anziani o pazienti in isolamento. Ancora una volta ho constatato che aiutare con gesti semplici (e spesso dati per scontati perché compiuti tutti i giorni dalla maggior parte di noi) può fare la differenza. Inoltre il nostro Comitato è stato il primo in Veneto a mandare una squadra di quattro volontari, il 19 marzo, in un comune della bergamasca al fine di sostenere il personale locale che lavorava senza sosta. Siamo molto orgogliosi di aver contribuito anche in questo modo durante il periodo difficile che stiamo vivendo.

E di questo vi ringraziamo, vi fa veramente onore.

Nel 2020, anno in cui Padova è stata nominata Capitale Europea del Volontariato, perché consiglieresti a qualcuno di intraprendere la tua stessa strada nei panni di volontario?

Perché fare volontariato è un’esperienza che arricchisce nello scambio di contenuti umani tra chi offre e chi riceve un aiuto e perché sia nella gioia sia nella sofferenza la condivisione non lascia mai indifferenti.

Grazie Marco, speriamo che la tua testimonianza invogli i nostri lettori ad avvicinarsi al mondo del volontariato con passione ed autenticità. Prima di salutarci dicci: perché ti senti un po’ Orange anche tu?

Mi sento Orange nella mia divisa “arancione” perché come afferma l’inizio della preghiera del volontario CRI “sacrificare un poco della propria vita, donare una parte di sé stessi senza nulla chiedere, è amore.”

Per maggiori info:
www.cri.it

Orange Romance Team
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