Nella mattinata di ieri, dopo un confronto serrato nella notte con le Regioni, il Governo presieduto da Giuseppe Conte ha firmato l’ennesimo DPCM per limitare la diffusione del contagio da COVID -19, con provvedimenti vicini a un “lockdown mascherato”.
I ristoranti, i bar e le altre attività ritenute “non essenziali” avranno l’obbligo di abbassare le serrande alle ore 18, con pesanti conseguenze su una filiera, quella della ristorazione e del turismo, già fortemente penalizzata durante la prima ondata di marzo e aprile.
Il Paese è spaccato a metà, le rivolte di Napoli sono un emblema chiaro di malessere e la comunicazione violenta del Presidente della Regione Campania che ha annunciato in settimana nuove misure restrittive, ha alimentato questo fuoco di rabbia.

Ci sarebbero tanti aspetti da affrontare ma la riflessione che vorrei fare oggi riguarda la consapevolezza e la difficoltà dei Leader nel prendere le decisioni.
Chi governa ha la responsabilità di assumersi il rischio di rendere effettive misure drastiche, impopolari e non si può certo affermare che il Premier Italiano non lo stia facendo. Vivere costantemente bersagliato da tutte le categorie economiche, sotto i riflettori dei media e in costante stress per appunto “decidere” non oso immaginare quanto possa logorare fisicamente e mentalmente una persona estranea, se vogliamo, a questo gioco spietato che è la Politica.
Tuttavia, in questa seconda ondata, siamo arrivati in una posizione ben diversa rispetto alla precedente, più pronti e consapevoli di ciò che sarebbe accaduto.

Scaricare la colpa del contagio diffuso ai mezzi pubblici, ai ristoranti e ai bar è solamente un alibi.
Come è possibile che con tutta l’estate a disposizione il Governo non sia riuscito a predisporre l’aumento delle corse dei mezzi pubblici come la metropolitana per esempio?
Come è possibile che dopo tutti gli investimenti per mettere in sicurezza i propri locali da parte dei piccoli ristoratori, i gestori di palestre, cinema, teatri adesso gli venga imposto di chiudere?
È necessaria una riflessione su quanto sta accadendo e sull’importanza della prevenzione, in un’epoca dove tutto è sfuggevole e dove le persone dimenticano facilmente.